Parrocchie
della Vergine
Parrocchie della Vergine

Sant’Ilario in Nus

Già in epoca romana Nus doveva costituire una tappa importante dell'asse viario di collegamento tra la pianura e i valichi alpini. Il nome stesso del paese richiama probabilmente la sua antica origine: ad nonum lapidem, a nove miglia di distanza dalla vicina Augusta Praetoria (Aosta).
A un improbabile passaggio di Ponzio Pilato è collegata una singolare tradizione secondo la quale il castello, al centro del paese, avrebbe ospitato il celebre personaggio, che condannò Gesù, nel corso del suo viaggio verso l'esilio nelle Gallie al tempo dell'imperatore Caligola. I resti dell'edificio, appartenuto in realtà ai signori di Nus e conosciuto come il "castello di Pilato", sono ancor oggi visibili all'inizio del borgo. La medesima famiglia nobile, tra le più importanti signorie feudali della Valle, dopo aver abbandonato il castello del borgo, si trasferì in quello sovrastante il paese (secoli XII-XVIII), tuttora abitato da privati. Dalla chiesa di Nus, situata in bella posizione poco sopra l'abitato, all'inizio della strada che risale la collina, dipese sino alla metà del XVIII secolo quella di Saint-Barthélemy, che solo nel 1746 fu eretta in parrocchia. Le due comunità, facenti parte dello stesso comune, dal 1988 sono state nuovamente riunite sotto il medesimo parroco.

La parrocchia e il suo patrono

Non abbiamo notizia di quando sia stata istituita la parrocchia di Sant'Ilario; la prima attestazione documentaria della sua esistenza si trova in una bolla emanata nel 1153 da papa Eugenio III, che elenca i possedimenti in Valle d'Aosta dell'abbazia benedettina di Ainay (nei pressi di Lione), tra i quali Nus e Saint-Barthélemy. Sebbene la parrocchia fosse sottoposta a un priore, i sacerdoti incaricati della cura delle anime non erano religiosi regolari benedettini, ma sacerdoti secolari dipendenti dal vescovo di Aosta.
La permanenza del priorato di Nus sotto l'abbazia di Ainay ebbe termine nel 1588; il 20 aprile di quell'anno il papa Sisto V concesse infatti i diritti su di esso ai domenicani che erano incaricati del Santo Uffizio dell'inquisizione di Vercelli. La presenza dei domenicani si concluse a meno di due secoli dalla concessione all'Ordine. Dal 1755 la parrocchia passò alle dirette dipendenze del vescovo di Aosta. Ancora oggi, per la particolare origine storica della chiesa di Nus, il suo curato porta il titolo di "curé-prieur" (priore). Il patrono è sant'Ilario (+367), vescovo di Poitiers, uno dei primi evangelizzatori delle Gallie. Questa intitolazione conferma da un lato l'antichità della parrocchia, dall'altro l'appartenenza della Valle d'Aosta alla sfera d'influenza transalpina anche sotto il profilo della storia religiosa.

La chiesa

Le più antiche informazioni sulla primitiva costruzione provengono da un casuale ritrovamento del maggio 1990, quando, in occasione dei lavori di sistemazione dell'area presbiteriale, sono stati scoperti dal parroco don Renato Roux i resti di una chiesa a tre absidi risalenti al XII secolo.
Questa chiesa primitiva doveva possedere le caratteristiche tipiche dello stile romanico, come attestano i verbali delle visite pastorali dei secoli XV¬XVIII, che descrivono un edificio molto basso, sorretto da grandi pilastri che ne riducevano lo spazio e la visibilità. Le nuove esigenze di carattere demografico e il mutare del gusto richiesero, alla fine del XIX secolo, la costruzione di un altro edificio, che eliminò ogni testimonianza visibile del precedente. I lavori furono avviati nel 1866, per iniziativa del curato ].-B. Alliod, sulla base di un progetto dell'architetto Lancia e portarono al completo rifacimento del luogo di culto, secondo i canoni imperanti all'epoca. La consacrazione del nuovo edificio, ad opera di mous. Duc, vescovo di Aosta, si svolse il 12 aprile 1888, Alcuni ulteriori interventi nel corso del Novecento hanno contribuito a renderlo quale lo vediamo oggi. La chiesa è di stile neoclassico, a navata unica a croce latina, con volte a vela. Il portale principale risale all'epoca della ricostruzione, mentre gli affreschi del presbiterio, opera del pittore Bartoli, sono del 1959. Vi sono rappresentati la SS. Trinità, la Madonna e il patrono S. Ilario, del quale è illustrata la vita nelle pareti a fianco. Dello stesso periodo e dello stesso autore è la decorazione del battistero.
Gli altari laterali, intitolati alla Madonna e a San Giuseppe, sono rispettivamente del XVIII e XIX secolo.
Molto antico è lo stupendo Crocifisso in legno intagliato e dipinto, attribuibile al XIII secolo, che richiama su di sé lo sguardo e l'attenzione di chi entra in chiesa, anche solo per una breve visita.
Sotto l'altar maggiore è stata realizzata una suggestiva cripta, in cui è stato posto il tabernacolo in ferro battuto (del 1959, su disegno del pittore Bartoli); tale luogo di silenzio e di adorazione è delimitato dai muri della chiesa medievale, a significare che la comunità attuale affonda le sue radici nel patrimonio di fede e di valori di coloro che l'hanno preceduta.
Il Priore don Giuliano Albertinelli ha fatto numerosi lavori. Nell’estate 2014 è stato rifatto il tetto, si è provveduto al restauro delle vetrate artistiche e alla sostituzione delle altre. Sono stati sistemati i pinnacoli del campanile e l’orologio. Nell’estate del 2020 è stato rifatto l’impianto di riscaldamento (ora a pavimento), rifatta la pavimentazione della Chiesa, l’impianto di illuminazione e quello acustico. È stata restaurata anche la sacrestia ed è stato fatto un adeguamento liturgico della Chiesa con la collocazione anche di un nuovo ambone e la base dell’altare in marmo bianco di Carrara. La mensa dell’altare è rimasta quella antica in pietra.

Scheda
Via Pramotton 2
11020 Nus (AO)
529 m.s.l.m.
+39.0165.767901
+39.375.5727.564
parrocchianus@libero.it
Festa patronale
13 gennaio
S. Ilario
Erezione
XII sec.

Luoghi di culto

Le più antiche cappelle della parrocchia erano due: quella di San Giovanni Battista, eretta nel borgo, e quella di San Michele, situata nel castello.
La prima compare già in un atto del 1236. Nel corso dei secoli subì varie ristrutturazioni che ne mutarono l'aspetto originario. Alla primitiva intitolazione si aggiunse in seguito quella di San Rocco, protettore dalle pestilenze.
La cappella di San Michele era situata all'interno del recinto del castello ed aveva la funzione di cappella dei signori. I documenti ne parlano a partire dal 1310; nel XVIII secolo essa venne abbandonata e oggi se ne riconosce solo il locale originario che però ha cambiato totalmente funzione.
La cappella di Mazod fu fondata in onore della Madonna di Oropa da un gruppo di abitanti del villaggio. La cappella di Marsan venne edificata nel 1779 sotto la protezione di San Leonardo su proposta di Jacques Chamois; quella di Rovarey, in onore di santa Caterina, nel 1768 a seguito del testamento di Marie-Cathérine Porliod. La cappella di Messigné fu fondata sotto il titolo dell'immacolata Concezione dalla famiglia Des Françoises nel XVI secolo; in parte fu riattata nel XIX secolo. A Tholasèche sorge la cappella di più recente edificazione, realizzata nel 1886-87 in onore di santa Barbara, a spese dei fratelli Xavier e Pierre Chamois. La cappella di Blavy, fondata sotto il patronato di santa Margherita nel 1644 grazie ad una donazione di Pantaléon Chabloz, dovette essere ricostruita in altro luogo nel 1864; il nuovo edificio fu inaugurato nel 1870. La cappella di Petit-Fénis, costruita su iniziativa di alcuni abitanti del luogo, esisteva già nel 1743 ed era dedicata alla Visitazione della Vergine; la festa patronale si svolge ora nel giorno di Maria Ausiliatrice. La cappella di Val venne fondata da Jacques Porliod nel 1731; fu dedicata alla Madonna degli Eremiti e all'Esaltazione della Croce.

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